Lavorazioni del terreno: concetti di base
LE LAVORAZIONI DEL TERRENO in agricoltura biologica
Per lavorazioni si intendono tutti quegli interventi agronomici effettuati dall’uomo sul terreno, con semplici attrezzi o con macchine più sofisticate, allo scopo di modificarne lo stato fisico, rompendone l’apparente continuità, e di renderlo idoneo alle coltivazioni.
Anche le lavorazioni, dunque, come qualunque scelta aziendale, devono essere sinergiche agli obiettivi principali del metodo biologico, ovvero la conservazione e il miglioramento della fertilità organica.
Per le lavorazioni i concetti fondamentali da tener ben presenti sono:
- preferibilmente non dovrebbero essere profonde, ovvero non superare i 30 cm di profondità
- gli strati del terreno, se non quelli superficiali, non dovrebbero essere ribaltati e mescolati tra loro
Non trovano, infatti, alcuna giustificazione né il rivoltamento in profondità degli strati superficiali, che provocherebbe l’interramento della sostanza organica accumulata nei primi strati di terreno, in profondità e la sua diluizione in un volume di terreno molto maggiore, né, tanto meno, lavorazioni in profondità dove le condizioni per l’umificazione della stessa sostanza organica, e il rilascio di elementi nutritivi, verrebbero meno data la scarsità di ossigeno e la minor presenza di microrganismi.
Da non sottovalutare in taluni casi piuttosto la ripuntatura, per la rottura di suole di lavorazione e per operare a profondità di oltre 50 cm. Gli strati del terreno, però, non devono essere rivoltati e mescolati.
Scopo delle lavorazioni
Gli scopi fondamentali delle lavorazioni agronomiche possono essere così riassunti:
- Preparazione del letto di semina ovvero creazione di un ambiente favorevole all’interramento ed alla germinazione dei semi.
- Apprestamento di uno stato strutturale idoneo alla penetrazione delle radici ed al loro buon funzionamento.
- Aumento della permeabilità dello strato attivo e quindi controllo della circolazione dell’acqua.
- Aumento della massa di terreno esplorabile dalle radici.
- Controllo delle malerbe e dei parassiti.
- Interramento dei concimi organici e dei residui colturali.
In base al momento di esecuzione ed alle finalità, le lavorazioni si possono dividere secondo le seguente classificazione:
- Lavori di messa a coltura: dissodamento.
- Lavori preparatori principali: aratura, vangatura, fresatura, scarificatura.
- Lavori preparatori complementari: estirpatura, erpicatura, rullatura.
- Lavori di coltivazione: erpicatura, rincalzatura, rullatura, zappatura, sarchiatura.
Gli strumenti utilizzati per le lavorazioni e relative operazioni
Nel complesso le lavorazioni possono essere eseguite con strumenti classificabili in tre gruppi principali:
- Rovesciatori: tagliano il suolo in fette regolari che vengono rovesciate più o meno completamente, portando alla luce strati di terreno che prima si trovavano ad una certa profondità.
- Discissori: provocano dei tagli nel profilo colturale conferendogli zollosità e sofficità, senza interferire sulla stratigrafia.
- Rimescolatori: disgregano energicamente il terreno in zollette, provocando il rimescolamento dello strato interessato dalla lavorazione.
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